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Fateci fare i farmacisti

Intervista al comproprietario della parafarmacia Federico II di Augusta, che evidenzia quelli che chiama “i paradossi dei farmacisti”.

La mattina per gli abitanti del suo paese, Augusta, in provincia di Siracusa, in Sicilia, è il “Dottor Sebastiano”, il serio farmacista in camice, coproprietario con la madre di ben due parafarmacie: la Santa Lucia e la Federico II. Sempre disposto ad aiutare i clienti, dispensare consigli o semplicemente a dare una “buona parola” di conforto a chi passa quotidianamente dai suoi negozi per fare quattro chiacchere.

La sera, col prevalere delle tenebre, abbandona il vestito bianco per indossare quelli meno istituzionali di “Seba”, il divertente speaker di un’emittente radiofonica locale del paese affacciato sul mare. Una doppia vita che non sembra dispiacere a Sebastiano Limma, che, a non ancora quarant’anni, ha saputo crearsi una carriera e una posizione nel suo mondo professionale, cercando di dare voce ai problemi della sua categoria attraverso la sua diretta partecipazione nella Federazione nazionale parafarmacie italiane, uno dei sindacati che porta avanti i diritti del mondo dei farmacisti di parafarmacia. Un mondo lavorativo che, a suo parere, si trova ancora a combattere contro farmacisti che bloccano la possibilità di dare lavoro a tanti giovani.

Sebastiano Limma, lei è comproprietario, non di una, ma di ben due parafarmacie. Si sente un uomo doppiamente sgradito da chi gestisce una farmacia?

Sì, mi sento all’interno di una guerra fratricida tra farmacisti, che appare del tutto paradossale. La nostra è l’unica categoria di professionisti divisa, nonostante siamo tutti farmacisti, che abbiamo fatto gli stessi studi, le stesse università e siamo iscritti allo stesso ordine professionale. Si prova veramente a pelle la sensazione che ci siano farmacisti di serie A, quelli che hanno una farmacia, e farmacisti di serie B, quelli che posseggono una parafarmacia. È una situazione sgradevole e di stampo lobbistico e medievale. Nell’era del progresso, siamo rimasti indietro di 100 anni. E questo accade solo in Italia.

Come mai ha scelto di fare questo mestiere, se sapeva a cosa sarebbe andato incontro?

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