Rosanna, perché ha scelto di intraprendere questa carriera?
Fin da piccola il mio sogno nel cassetto era quello di lavorare nel campo della ricerca medica, in particolare nell’ambito dei farmaci per i pazienti oncologici. E così mi sono laureata in chimica e tecnologia farmaceutica. Strada facendo mi è stato chiaro che se avessi voluto inseguire questa ambizione, avrei dovuto andarmene e trasferirmi in una realtà diversa da quella in cui vivo, dove non esistono aziende farmaceutiche. Per motivi personali non ho voluto operare questa scelta, preferendo restare a casa e così con mia sorella abbiamo deciso di aprire una parafarmacia a Pontecagnano nel 2016 e poi di espanderci su Salerno con questa seconda attività. Premetto che non è stata una scelta di risulta che ho vissuto con lo spirito di chi si accontenta. E’ un lavoro che mi piace moltissimo perché mi consente di spendere la mia professionalità a servizio delle persone, che era poi il mio più grande desiderio. E sono soddisfatta di esserci riuscita da sola, con le mie forze. In famiglia nessuno è impegnato in questo settore, ma hanno sempre creduto fortemente in noi perché era evidente che io e Manuela eravamo molto determinate. Abbiamo partecipato anche al concorso indetto dalla Regione Campania per i farmacisti, dopo un tirocinio di cinque anni, ma poi le graduatorie furono bloccate e ci siamo dirottate sulla parafarmacia.
Avendo lavorato in entrambe le strutture, che idea si è fatta? Quali sono le principali differenze?
Innanzitutto in farmacia l’affluenza è maggiore e di conseguenza c’è un tempo ridotto da dedicare alle persone, a meno di non voler accettare file chilometriche. La vendita è veloce. In genere chi entra esibisce la ricetta, prende il farmaco, paga e va via. Ed è molto difficile che si creino le condizioni affinché ti venga chiesto un consiglio, cosa che invece si verifica quotidianamente e più volte al giorno in parafarmacia. Siamo considerati dei punti di riferimento. I clienti si informano, amano raccontarsi e cercare conforto nei nostri suggerimenti. Si instaura un rapporto umano che manca in farmacia e questo è sicuramente l’aspetto più gratificante di questo lavoro, perché ti offre la possibilità di mettere a frutto quello che hai imparato e per cui hai studiato. L’ idea di essere considerata solo un mero dispensatore di farmaci non mi ha mai appassionato. Ci sono però degli svantaggi. In particolare al Sud e nelle aree di provincia, non sono poche le persone che si relazionano in modo diverso quando si trovano di fronte allo stesso camice. Il farmacista viene visto come un dottore a tutti gli effetti, mentre noi non sempre siamo immediatamente percepiti allo stesso modo. E’ un problema che abbiamo registrato a Pontecagnano, benché sia una realtà che sta crescendo molto, in particolare negli ultimi tempi. A Salerno fortunatamente no. Chi viene a trovarci lo fa perché si fida delle nostre competenze.
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